Gruppo Speleologico Sacile
Bus de la Genziana, Forra Omicron Cansiglio
05 marzo 2022 - Relazione di Filippo Felici
Con Denis Zanette, Daniele Ceschin, Massimiliano Ceschin
Forra Omicron, discesa verso Sud, un mese e mezzo ad aspettare questo momento.
Denis, si sa, è controvoglia. Lui disprezza questa grotta: troppo il fango, dice. "ma no, vedrai che ti divertirai,
nella nuova forra non c'è fango"... e così riesco a convincerlo.
Siamo quindi in 4 anche se avrei sperato che altri amici, invitati, avessero partecipato.
Le esplorazioni sono momenti di festa che vanno condivisi con gli amici.
Ma la squadra è di quelle buone.
Abbiamo con noi oltre 200 metri di corda ed una trentina di fix per continuare la discesa di questa forra inaspettata,
di dimensioni inusuali per questa grotta.
Arriviamo alla partenza della forra Omicron in poco tempo, poco meno di 4 ore.
Mangiamo e giù, diretti verso sud. In poco tempo arriviamo all'inizio del pozzo non sceso la volta scorsa.
E' il turno di Massimiliano all'armo. Il pozzo è un P46, la seconda parte è enorme, gigantesca.
Alla sua base intercettiamo un arrivo con una portata paragonabile a quella che stiamo seguendo. L'acqua in scorrimento quindi,
che comunque non era poca neanche prima, raddoppia.
La forra ora è orizzontale. Per circa 200 metri praticamente corriamo, sino ad un P30.
Scendendo questo pozzo si intravede un freatico troncato, esplorazioni per il futuro.
Poi P10 sul cui fondo l'attivo prosegue sino ad un pozzetto la cui discesa richiederebbe un bel bagnetto.
Individuiamo il bypass fossile che potrebbe bypassare quest'ostacolo e ci troviamo a camminare in un freatico fossile di 10 metri di diametro.
Incredibile.
Sembra di essere sulla via dei traversi, ma molto più in giù.
I miei compagni mi abbandonano, nel senso che loro proseguono in esplorazione ed io,
come un pirla, solo soletto, dietro a fare la poligonale come un cretino.
Ora la forra sembra di nuovo infinita.
La perCorro (ma potremmo tralasciare tranquillamente la preposizione "per") sul fondo.
Tralascio evidenti prosecuzioni. Sul soffitto bellissimo fenomeni di anastomosi.
Non sembra la Genziana.
Altri 300 metri così. Piccoli saltini intervallano questa monotonia.
Il mio quadernetto di rilievo su cui ancora trascrivo i dati del distox segna la tratta 99-100 e decido di farla finita con il lavoretto del geometra.
Raggiungo gli altri che sono alle prese con l'armo di un pozzetto da tre metri.
Denis mi dice che ha finito le placche, ne rimangono solo 2 e poi si torna indietro.
Una è dell'USP, l'altra è del GSS.
La prima siglata con astro azzurro, la seconda con nastro giallo: i colori dell'Ucraina.
Dei 230 metri di corda gli rimangono si e no altri 20 metri.
Scendiamo. Ora sono io avanti, proseguo lungo quello che ora è un discreto torrentello fino alla Sala.
Nera. Sabbiosa. Silenziosa.
Laddove l’acqua si cheta: il sifone.
Abbiamo trovato il sifone che segna il quarto fondo della grotta.
Il più grande, di dimensioni ragguardevoli.
Sono 8 ore che siamo in esplorazione. Siamo entusiasti (anche Denis lo è....) e facciamo un autoscatto.
8 ore di esplorazione ininterrotta.
Siamo ben soddisfatti di questa punta: avere la fortuna di esplorare un km di grotta rilevandone 750 metri non capita poi tutti i giorni...
(Un grazie anche ai volontari del CNSAS Veneto e del FVG che si sono resi disponibile a causa del ritardo d'uscita che ha
generato apprensione da parte dei nostri familiari.)