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Gruppo Speleologico Sacile
Esplorazioni all'Abisso dell'Ottavo nano - Claut

10 Ottobre 2020 - Relazione di Filippo Felici

Nelle Terre di Azog il Profanatore. Abisso dell'Ottano Nano, Claut

Finalmente si torna in esplorazione all'Ottavo Nano. Era da luglio che non tornavo laggiù.

Ad agosto Pacu e Gianmarco ci avevano raccontato, entusiasti, dei grandi ambienti trovati oltre il mio limite.

Questa esplorazione è dedicata a Giannetti, che ogni lunedì mi chiamava per essere aggiornato sulle esplorazioni del weekend.

Lui non c'è più ma gliela voglio raccontare ugualmente...

Io, Denis Zanette e Alvise Rossi. Con calma.

Con il cielo splendido, senza neanche una nuvola all'orizzonte entriamo leggeri e tranquilli.

Le corde sono un po' all'ingresso ed un po' dentro l'Abisso.

Quello che ci attende è scendere il NeroCancello, il pozzo sopra il quale si sono fermati Gianmarco Ceschin e Pacu lo scorso agosto.

Nel frattempo continuare con il rilievo.

Le ossa arrugginite sono la conseguenza della pausa forzata causata dal lockdown ed in poco più di tre ore arriviamo all'inizio delle Terre di Azog.

Rilevando si prosegue.
Il Primo pozzo è un 30 che da su un grande ed imponente meandro.
L'aria è tanta e c'è subito un bivio.
Risalgo in libera un grande affluente proveniente da destra.
Mi fermo alla vista di un grande salone che inghiotte tutta l'aria.
Ma proseguiamo scendendo seguendo il flusso idrico.
Giungiamo al limite di questo agosto e di fronte a noi imponente si manifesta il pozzo: il Nerocancello.

I sassi che lanciamo non sembrano sondare il pozzo per più di 30 metri.
Di fronte a noi, dall'altra parte del pozzo (un fusoide perfettamente circolare di 7-9 metri di diametro) c'è la prosecuzione del meandro ma preferiamo scenderlo, questa volta.

Il pozzo , rilevato, è un P35.

Alla sua base la via si divide, scegliamo di proseguire la via attiva (la via fossile, un P20-25, la seguiremo la prossima volta).

Scendiamo quindi ancora un P5 ed un successivo P20.

Anche sul fondo di questo pozzo la via si divide.

A dx la via fossile (cui segue un P10-12) a sinistra la via attiva, da dove proviene un assordante rumore di cascata, decidiamo di scendere la via attiva. P5.

Mi rendo conto che la cascata è l'acqua che proviene dal vecchio fondo.

Abbiamo quindi bypassato il limite invalicabile dell'altro fondo, evviva.

Proseguo scendendo un P3 ed attraversando un laghetto. Il fiume prosegue lungo una condotta forzata di un metro di diametro dove l'acqua occupa almeno 30 cm.

Oltre all'acqua c'è tanta aria.

La voglia di bagnarsi è poca così decidiamo di rientrare rimandando l'esplorazione dei due pozzi lasciati indietro (che sicuramente bypasseranno la condotta con acqua) ad un futuro (speriamo) prossimo.

Usciremo alle 3 di notte, sotto una imponente bufera di neve che ha reso non poco disagevole il rientro sino all'auto.

Il rilievo restituirà la profondità di -380 metri.

Magico Colciavath!!!